A tre giorni dall’incendio alla discarica del Cassero, nel comune di Serravalle Pistoiese, in località Casalguidi, non si placano le polemiche sulla sicurezza e le preoccupazioni dei cittadini circa i fumi tossici saliti in aria durante il rogo.
Secondo le indagini, ancora in corso, l’incendio è di origine dolosa ma identificare l’autore del folle gesto non sarà così facile. Sono infatti stati ritrovati dei tagli nella recinzione della discarica ma il raggio di azione delle telecamere di sorveglianza non arriva ad inquadrare quella zona.
I dirigenti di Pubbliambiente si sentono sotto attacco. “Chi ha appiccato il rogo, voleva colpire l’azienda” ha detto in questi giorni l’amministratore delegato Alfio Fedi.
Intanto l’Arpat, Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale della Toscana, ha mappato le zone più colpite dai fumi tossici dell’incendio. Tra le sostanze sprigionate nella combustione dei rifiuti e ricadute a terra o disperse dal vento, oltre a microinquinanti organici è presente anche diossina.
Nel raggio di un km e mezzo in direzione del Montalbano (cono rosso) è stato imposto il divieto di raccolta e consumo dei prodotti agricoli, il divieto di pascolo e di utilizzo di foraggi provenienti dall’area. Le zone colpite la notte successiva all’incendio sono state raccolte nell’arco di 700 mt (cono giallo) ed anche qui si raccomanda prudenza. Il resto dell’area non può dirsi escluso dall’influenza dei fumi dannosi ma secondo l’Arpat corrono un rischio minimo. I prodotti ortofrutticoli derivanti dalla coltivazione di questi terreni posti fuori dalle zone mappate dovranno essere comunque sottoposti, prima della consumazione, ad accurato lavaggio in acqua corrente potabile.
Ulteriori analisi e approfondimenti sono attesi per la prossima settimana. Sulla base di tali valori le autorità decideranno il da farsi.